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Credito di imposta per forfetari e agricoltori

Dal 2020 potranno usufruire di tale misura e non del super e iper ammortamento a fronte di nuovi investimenti in beni strumentali a gestione digitale e in misura ridotta per quelli normali.

 

 

Con l’ultima legge di Bilancio è arrivata una norma che “trasforma” il beneficio dall'iper e super ammortamento in credito di imposta, consentendo così l'agevolazione anche alle imprese che non deducono gli ammortamenti.

 

Le imprese, in presenza di acquisto di beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale (Industria 4.0), possono usufruire di un credito di imposta

  • del 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni
  • del 15% fino a 700.000 euro, per i beni immateriali (software e simili).
  • del 6% per i beni strumentali normali, non interconnessi, per gli investimenti fino a 2 milioni; questo credito di imposta minore si applica anche ai soggetti che esercitano arti e professioni anche in regime forfetario.

 

 

Il credito di imposta è ripartito in 5 rate annuali di pari importo.

 

 

La norma individua l'ambito soggettivo nelle imprese indipendentemente dalla loro forma giuridica e dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito. È chiaro quindi che le persone fisiche che esercitano un'attività di impresa che opera in regime forfetario (L. 190/2014), come anche le imprese agricole che determinano il reddito su base catastale, possono usufruire del credito di imposta a fronte di nuovi investimenti in beni strumentali.

 

 

Il beneficio esce quindi dalla determinazione del reddito di impresa, ma entra nel quadro “RU” della dichiarazione dei redditi e prescinde dal reddito o dalla perdita realizzata. Infatti, il credito di imposta è utilizzabile in compensazione, esclusivamente mediante il modello F24. I contribuenti in regime forfetario potranno compensare il credito di imposta con l'imposta sostitutiva del 5-15%, nonché con i contributi previdenziali dovuti all'Inps e Inail.

 

 

Le imprese agricole potranno compensare il credito di imposta a fronte dei nuovi investimenti con il debito IVA, in particolare per i produttori agricoli che operano in regime speciale e che versano la differenza tra l'IVA riscossa e quella corrispondente alle percentuali di compensazione.

 

 

Inoltre, potranno compensare le imposte dirette e dal 2021 (primo anno di utilizzo del credito di imposta) anche i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella gestione previdenziale, che oggi usufruiscono dell'esenzione da Irpef sui redditi dei terreni, ritorneranno ad assolvere l'Irpef sul 50% dei redditi fondiari. L'Irap in agricoltura è dovuta soltanto per le attività non rientranti nel redito agrario.

 

 

Comunque le imprese agricole, come i contribuenti forfetari, potranno compensare il credito con i contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori dipendenti, nonché con quelli propri per le imprese individuali. La trasformazione dell'iper e super ammortamento in credito di imposta avvantaggia le imprese agricole e i contribuenti in regime forfetario, mentre non è favorevole per le altre imprese. Infatti, il credito di imposta del 40% è stato determinato calcolando un'imposta figurativa del 24% su 170 che è la percentuale di iper ammortamento. Ma le persone fisiche avrebbero potuto avere una riduzione maggiore, tenendo conto che le aliquote Irpef arrivano al 43% e il prelievo va ben oltre, se consideriamo le percentuali sui contributi previdenziali.

 

 

Lo Studio rimane a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

 

Fonte: RatioQuotidiano

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