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Banche: nuovi parametri di default dal 01.01.2021
I nuovi parametri che le banche devono utilizzare dal 01.01.2021, per classificare le posizioni debitorie in “default” sono dettati a livello europeo dal Regolamento UE 19.10.2017, n. 171, entrato in vigore il 01.01.2014.
Fino al 31.12.2020, per essere considerati posizioni in default con una banca, era necessario che si verificasse almeno una delle seguenti situazioni:
- la banca ritiene improbabile il recupero del credito, senza l'escussione delle garanzie;
- il debitore presenta un'insolvenza da oltre 90 giorni su esposizioni che superano determinati soglie (per le Pubbliche Amministrazioni il periodo di osservazione è di 180 giorni).
Da gennaio 2021, per andare in default automaticamente è sufficiente superare congiuntamente le c.d. “soglie di rilevanza”, ossia:
- per i soggetti privati e le Pmi (debitori con esposizioni c.d. “al dettaglio” o “retail”):
a) avere un debito superiore ai 100 euro con un'esposizione bancaria inferiore ad 1 milione di euro (soglia di rilevanza assoluta);
b) avere un'esposizione superiore all'1% del totale delle posizioni a debito dell'impresa verso la banca (soglia di rilevanza relativa);
- per le imprese (altri debitori):
a) avere un debito superiore a 500 euro, con un'esposizione bancaria oltre 1 milione di euro (soglia di rilevanza assoluta);
b) avere un'esposizione superiore all'1% del totale delle posizioni a debito dell'impresa verso la banca (soglia di rilevanza relativa).
Con l'introduzione delle nuove norme, il limite temporale dei 90 giorni consecutivi di conto corrente in rosso non è cambiato. Quando la banca si trova dinanzi a una condizione di potenziale rischio, prima di agire e dichiarare il default del proprio cliente, valuta il caso per capire se si tratta di una situazione irrecuperabile o risolvibile invece in breve tempo.
Nel caso di più conti correnti con diverse banche, se gli istituti di credito appartengono allo stesso gruppo, le posizioni vengono sommate per la verifica della soglia di default. Il cliente rimarrà classificato nello stato di default per un periodo di osservazione di almeno 90 giorni (c.d. “cure period”) dal momento della regolarizzazione della posizione. Trascorso detto periodo, se non ci saranno più le condizioni di classificazione a default, la posizione sarà classificata “in bonis”.
Il debitore messo in sofferenza da una banca viene segnalato a tutte le altre facenti parte del gruppo. Non solo: il default di una singola esposizione porta con sé il deterioramento automatico di tutte le altre esposizioni nei confronti della stessa banca.
Con le nuove norme vigenti dal 01.01.2021, non è più possibile effettuare compensazioni tra esposizioni scadute/sconfinanti e margini disponibili verso il medesimo debitore.
Per quanto riguarda la segnalazione in Centrale Rischi, non è previsto alcun automatismo tra la classificazione a default e la segnalazione a sofferenza in Centrale Rischi. Si ricorda che la Centrale Rischi raccoglie informazioni sui finanziamenti e sulle garanzie pari o superiori a 30.000 euro. Tale soglia scende a 250 euro quando il cliente viene classificato a sofferenza. Ciò avviene se l'intermediario finanziatore ritiene che il cliente versi in gravi difficoltà, non temporanee, a restituire il proprio debito, dopo aver condotto una valutazione della sua situazione finanziaria complessiva, come espressamente richiesto dalla normativa della Banca d'Italia. Tale valutazione non deve basarsi esclusivamente su singoli eventi, quali ad esempio uno o più ritardi nel pagamento del debito.
[Fonte: RatioQuotidiano]