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Imprese italiane e Trasformazione digitale

Le misure di incentivazione fiscale incluse nel Piano Transizione 4.0 sono un tassello fondamentale della strategia complessiva tesa ad aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane.

 

  • Dal lato dell’offerta, tale strategia prevede il potenziamento della ricerca di base e applicata e la promozione dell’avanzamento tecnologico. Queste misure sono sinergiche con gli interventi dedicati alla ricerca applicata, innovazione e collaborazione ricerca-impresa descritte nella Componente 4 della Missione 2 del Piano.
  • Dal lato della domanda, gli incentivi fiscali inclusi nel Piano Transizione 4.0 sono disegnati allo scopo di promuovere la trasformazione digitale dei processi produttivi e l’investimento in beni immateriali nella fase di ripresa post-pandemica.

 

Il Piano costituisce un’evoluzione del precedente programma Industria 4.0, introdotto nel 2017, rispetto al quale è caratterizzato da 3 principali differenze:

  • ampliamento (già in essere a partire dal 2020) dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie grazie alla sostituzione dell’iper-ammortamento (che per sua natura costituisce un beneficio per le sole imprese con base imponibile positiva) con appositi crediti fiscali di entità variabile a seconda dell’ammontare dell’investimento (ma comunque compensabili con altri debiti fiscali e contributivi);
  • riconoscimento del credito non più guardando a un orizzonte annuale, ma osservando gli investimenti effettuati in tutto il biennio 2021-2022 (dando così alle imprese un quadro più stabile per la programmazione dei propri investimenti);
  • estensione degli investimenti immateriali agevolabili e aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati.

 

Queste innovazioni sono finalizzate a compensare almeno in parte l’incertezza del quadro macroeconomico post-pandemico, sostenendo le imprese che investono per innovare/digitalizzare i propri processi produttivi. L’aumento di produttività e la maggiore efficienza conseguiti da queste imprese contribuiranno ad aumentare la competitività e la sostenibilità delle filiere produttive in cui queste sono integrate, con positive ricadute sull’occupazione.

 

La misura - Nel dettaglio, la misura consiste nel riconoscimento di 3 tipologie di crediti di imposta alle imprese che investono in:

  a) beni capitali;

  b) ricerca, sviluppo e innovazione;

  c) attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.

 

La prima tipologia di crediti è riconosciuta per l’investimento in 3 tipi di beni capitali: i beni materiali e immateriali direttamente connessi alla trasformazione digitale dei processi produttivi (cosiddetti “beni 4.0” indicati negli Allegati A e B annessi alla L. 232/2016) nonché i beni immateriali di natura diversa, ma strumentali all’attività dell’impresa. Le modalità di applicazione dei crediti per il 2021 sono quelle specificate nell’art. 1, cc. 1051 e ss., della legge di Bilancio per il 2021. I target principali che caratterizzano l’azione del Piano sono espressi in termini di numero delle imprese che utilizzeranno il credito ed effettueranno i correlati investimenti. Più precisamente, si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per beni materiali e immateriali 4.0 sia utilizzato mediamente da poco meno di 15.000 imprese ogni anno e che quello per ricerca, sviluppo e innovazione sia utilizzato mediamente da circa 10.000 imprese ogni anno.

 


Per quanto riguarda la formazione alla digitalizzazione, oltre agli interventi di credito di imposta descritti saranno predisposte ulteriori misure. Da un lato, per incentivare la crescita di competenze gestionali (per il digitale), verrà elaborato e sperimentato un modello di riqualificazione manageriale, focalizzato sulle PMI (con programmi di formazione ad hoc, il coinvolgimento delle associazioni di categoria e l’utilizzo di modelli di diffusione incentrati su piattaforme digitali). Dall’altro, nell’ottica dell’up-skilling digitale come strumento di formazione continua per i lavoratori in cassa integrazione, verranno sperimentati programmi di training ad hoc, di cui usufruire con flessibilità nei periodi di cassa integrazione, incentivati tramite il taglio (temporaneo) del cuneo fiscale sia per l’impresa che per il lavoratore.

 




[Fonte: RatioQuotidiano]

 

 

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